Giulia Petracca
I Papà
– Simba: Conoscevi mio padre
– Babbuino: Errore, io conosco tuo padre.
– Simba: beh, mi spiace ma lui è morto.
– Babbuino: No lui è vivo invece e se vuoi ti porto da lui.
– Simba: Ma quello non è mio padre sono io riflesso nel lago.
– Babbuino: Guarda meglio, vedi lui vive in te. (Re Leone)
Tanto si è scritto sulla madre, sull’importanza della relazione madre-bambino, molto meno sulla figura e sull’importanza che la figura paterna ha. Culturalmente si è guardato al padre sempre come una figura periferica per l’accudimento e per i bisogni emotivi dei figli, si guardava al padre più come deputato al sostentamento economico e a far rispettare le regole. Nella pratica clinica, lavorando con le persone e con le loro storie è facile accorgersi che così non è. I padri contribuiscono quanto le madri allo sviluppo emotivo e all’idea che il bambino si costruisce di sé, sono entrambi figure essenziali nello sviluppo dell’identità.
Come luogo comune si dice che il padre è il primo amore di una figlia e il primo modello di riferimento per un figlio. Oltre al luogo comune da queste prime relazioni, anche dalla relazione con papà quindi, si creano i modelli per le relazioni future e da esse possiamo essere influenzate. Oggi, festa del papà, sarebbe bello se ognuno di noi portasse alla mente un ricordo bello legato al papà, il supereroe con cui lo guardavamo da piccolo, la persona che ha gioito per i nostri successi o la persona con le sue fragilità e le sue emozioni e come dico sempre alle persone con cui lavoro: papà o mamma hanno fatto quello che era loro possibile per il nostro bene, alle volte ci sono riusciti meglio altre volte meno bene, oggi guardiamo al bene.
Buona festa del papà